L'Ofiolite di Sasso Puzzino

 

 

Il quadro geologico

Da "I beni geologici della provincia di Modena"

 

L'idrotermalite di Sasso puzzino

 

Il "Sasso Puzzino" affiora nei pressi di Renno di Pavullo, lungo la statale che collega Pavullo a Sestola, poco sopra il ponte del Prugneto sul torrente Scoltenna. E' formato da due sassi separati dal Rio del Tufo. Esso è costituito da gabbri, cioè da rocce intrusive formatesi per il lento raffreddamento in condizioni intratelluriche dei magmi basaltici che, effusi sul fondo del mare tetide, produssero basalti analoghi a quelli di Sasso Cerpano, Val di Sasso, Boccasuolo e Sasso Tignoso. L'affioramento di Sasso Puzzino rappresenta il migliore esempio di rocce intrusive facenti parte della crosta giurassica del bacino della Tetide in territorio modenese. Il gabbro (gabbro eufotide della vecchia letteratura) ha grana variabile, da grossa a media, ed è caratterizzato macroscopicamente dal clinopirosseno verde, molto sfaldabile (definito in passato come diallagio), e da plagioclasio di colore bianco. La sua struttura è di tipo isotropico, vale a dire le relazioni geometriche tra i minerali componenti si mantengono costanti nello spazio. Litologicamente si tratta di gabbro troctolitico, essendo composto da plagioclasio che può raggiungere la composizione di 70% in anortite, clinopirosseno riferibile a diopside smescolato in ortopirosseno, e da scarsa olivina, sostituita da serpentino a maglie di tipo antigorite; la cristallizzazione dei minerali magmatici, deducibile dalla osservazione microscopica, è iniziata con il plagioclasio, ed è proseguita con il clinopirosseno e l'olivina, che si sono separati in contemporanea. Presenti come accessori , ilmenite, pirite e calcopirite. La presenza di olivina, l'elevato rapporto Mg/(Mg+Fe) = 0.87 del clinopirosseno e gli elevati contenuti di Cr, Ni  e Co della roccia (dati non pubblicati), indicano che il gabbro di Sasso Puzzino si formò per solidificazione di un magma basaltico poco evoluto, cioè con caratteristiche chimiche molto prossime a quelle del magma primitivo generato nel mantello superiore.

Dopo la cristallizzazione magmatica, il gabbro ha subito trasformazioni metamorfiche che anno condotto alla scomparsa completa (vedi: olivina ) o parziale (vedi : plagioclasio e clinopirosseno) dei minerali magmatici che sono sostituiti da menerali metamorfici. Questi ultimi sono rappresentati dal già citato serpentino, che sostituisce l'olivina, da albite che sostituisce il plagioclasio labradoritico, da clorite, riferibile a penninite e anfibolo aciculare della serie tremolite-actinolite, che sostituiscono il clinopirosseno, e da epidoto. Tra i minerali secondari vanno citati la datolite in druse presente nel dosso orientale dell'affioramento; la natrolite, il talco, il quarzo, la prehnite e rara malachite e azzurrite presenti nel dosso occidentale. Le trasformazioni mineralogiche citate sono analoghe a quelle descritte nei gabbri offiolitici in genere e in quelli della crosta degli oceani attuali, avvenute a bassa temperatura e in presenza di acqua marina (metamorfismo oceanico). Durante l'orogenesi appenninica, che ha condotto alla scomparsa del bacino della Tetide, la crosta oceanica e i gabbri in particolare hanno subito intense deformazioni, con formazioni di brecce e faglie, che, al Sasso Puzzino sono osservabili nella parte inferiore del dosso occidentale. Qui, in particolare si è prodotta una pasta minuta varicolare, irregolarmente chiazzata e attraversata da vene di calcite e quarzo, composta da clorite, albite, caolinite, muscovite, illite, pirite, ematite, titanite.

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