Ritrovamenti al Sasso delle Lucine

 

 

Il quadro geologico

Da "I beni geologici della provincia di Modena"

 

L'ofiolite de Sasso dei Carli o Cinghio dei Diamanti

e per analogia, il Sasso delle Lucine

 

L'affioramento ofiolitico de Sasso dei Carli è situato presso la località Castelluccio di Montese; si raggiunge percorrendo la strada che, da questa località, si dirige verso i fondovalle del T. Leo. Le sue rocce dominano sulle circostanti Argille a Palombini (cretacico inf. - Cenomaniano).

Senz'altro la idrotermalite più nota in territorio modenese è quella che forma il Sasso dei Carli, che venne sfruttata in passato per i quarzi (da qui il termine Cinghio dei Diamanti), utilizzato a scopo ornamentale. Le rocce che lo costituiscono, di colore variabile da tonalità scure a colori ocracei, anno aspetto cariato, vacuolare e sono fortemente tettonizzate. Le tonalità scure sono date dal quarzo azzurrino, che è presente in bei cristalli bipiramidali, anche di grosse dimensioni, e ad ogni modo facilmente visibili ad occhio nudo. Le tonalità ocracee sono limitate invece alla frazione carbonatica. L'osservazione microscopica conferma come la roccia è composta in prevalenza da quarzo in cristalli ben formati (idiomorfi) contenenti minute e abbondanti granulazioni di minerali opachi (magnetite?) che gli impartiscono la caratteristica colorazione, e da carbonati, sopratutto dolomite raggiata e subordinatamente da calcite; i carbonati sono pigmentati da ossidi e idrossidi di ferro. Sono presenti, ma in quantità accessorie, albite, spinello di cromo, magnetite e clorite di colore giallognolo, riferibile a pennonite. Lo spinello di cromo e l'albite sono i soli relitti della roccia ofiolitica di partenza. La composizione dello spinello è confrontabile è confrontabile con quella dei basalti ofiolitici in genere e con quelli di Boccasuolo in particolare, mentre si scosta da quelli analizzati nelle sepentiniti di Varana, Sassomorello e Pompeano. Questo dato fa ritenere che le rocce ofiolitiche di partenza, che vennero trasformate dalle soluzioni idrotermali per produrre le idrotermaliti di Sasso dei Carli, fossero basiche.

La forte tettonizzazione osservabile nella idrotermalite di Sasso dei Carli è da collegare al trasporto subito durante l'orogenesi appenninica che, dalla sua originaria collocazione nella crosta oceanica della Tetide, portò il masso in oggetto ad occupare l'attuale giacitura.

La roccia che forma il Sasso dei Carli "illustra" efficacemente i prodotti che si generarono per interazione tra le rocce della vecchia crosta oceanica già metamorfosata (spiliti, serpentiniti) e le soluzioni idrotermali, che permearono nella loro originaria posizione abituale.

I minerali

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