la valle di Fellicarolo             

 

 

Il quadro geologico

Da "I beni geologici della provincia di Modena"

Le Arenarie di M. Cervarola e la successione dei Flysch nella gola del T. Fellicarolo

 

Nella zona di M. Cavrile - M. Cervarola - Val Fellicarolo, le Arenarie di M. Cervarola, il cui nome formazionale deriva appunto dall'omonimo monte dove è stata definita la sezione tipo, fanno parte della grande struttura anticlinalica rovesciata di Magrignana - Montecreto - Roncoscaglia - Sestola (cfr Rupe di Sestola, scheda 56)

La successione mostra nella sua totalità grande potenza (almeno 1200 m di spessore) e riveste un interesse sia didattico sia scientifico, unicamente al valore scenico di tutta la vallata. Da un punto di vista litologico, essa è molto uniforme (prevalentemente pelitico - arenacea, ma con numerose megatorbiditi silico - clastiche e carbonatiche decametriche intercalate) ed è costituita da associazioni di facies di piana bacinale.

In Val Fellicarolo gli affioramenti di Arenarie del M. Cervarola si possono osservare lungo la scarpata stradale, a valle del ponte sul torrente per circa 150 m di spessore; sul versante orientale che da Cima delle Caselle scende in fondo alla valle stessa. Come già detto le arenarie presentano caratteri sostanzialmente omogenei sia in senso verticale che laterale.

In particolare, lungo la strada, si osserva una frequenza di strati arenacei e pelitici riferibili alla parte medio-bassa della formazione; la successione inizia con uno strato di peliti argillose nere, cui seguono una decina di megaritmi costituiti dall'alterazione di bancata, potenti fino a dieci metri, di arenarie alla base di peliti grigie, nella parte medio-alta, e di pacchi di strati sottili arenaceo-pelitici. Le argille nere che, con spessori inferiori, si ritrovano intercalate in tutta la parte basale della successione dell'Unita Cervarola,  si sono probabilmente formate per lenta deposizione pelagica durante una prolungata fase di inattività torbiditica. La parte superiore della successione, per circa una trentina di metri, è interessata da numerose strutture di accorciamento di prelitificazione con duplicazioni (faglie inverse) limitate a singoli strati e pieghe da slump.

Le Arenarie del M. Cervarola sono classificabili dal punto di vista composizionale come areniti litiche e arcose, con un contenuto percentuale di carbonati  variabili da valori molto bassi nelle arenarie più grossolane fino a 27-28% nelle arenarie più fini; le peliti presentano contenuti percentuali di carbonati variabili dal 13% al 30% circa. Le numerose impronte di corrente alla base delle torbiditi indicano provenienza dai quadranti nord-occidentali che fanno supporre un'rea sorgente situata nel Dominio alpino.

Proseguendo inoltre lungo la strada della Val Fellicarolo, al km. 7, in località "I Taburri" si può ammirare una spettacolare panoramica verso nord-ovest sui flysch terziari affioranti sul fianco sinistro dell'alta valle del T. Fellicarolo. Di fronte, sulla destra, sono in buon esposizione le Arenarie del M. Cervarola delle quali si apprezza, anche se a distanza, la stratificazione piano parallela, continua, ritmica, con strati immergenti verso nord-ovest . Sullo sfondo, da sud-ovest, i Monti Lagoni che rappresentano il fronte di anticlinale rovesciata del Macigno della Falda Toscana il quale sovrascorre a sua volta le Arenarie del M. Modino costituenti il M. La Piazza e, ancora più verso nord, il M. Cimoncino.

La gola del T. Fellicarolo,come quelle limitrofe dei torrenti Leo e Ospitale, con la sua profonda incisione mostra di aver avuto, dopo l'ultimo massimo glaciale, fasi di notevole attività erosiva, non giustificata dall'attuale portata del corso d'acqua, come è dimostrato dalla forma della valle notevolmente incisa, a luoghi con pareti subverticali. Lo smantellamento quasi totale dei depositi glaciali, il loro frequento rimaneggiamento e l'incisione delle soglie dei circhi, che caratterizzano i rilievi del Libro Aperto e di M. Lanciano, lungo il crinale appenninico, ne sono ulteriore conferma.

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