Le salse di fango in provincia di Modena

notizie e curiosità

 

Da

Enciclopedia Italiana delle Scienze

MINERALI E ROCCE

II

Scienze naturali

Istituto Geografico De Agostini - Novara

Le manifestazioni superficiali di Idrocarburi 

Le manifestazioni naturali di idrocarburi gassosi, provenienti in gran parte da giacimenti più o meno profondi, Esse sono piuttosto comuni. Esse sono particolarmente evidenti quado affiorano su specchi d'acqua lacustri o palustri; in tal caso è però necesario distinguere gli idrocarburi gassosi di origine profonda, che comprendono quantità sensibili di idrocarburi diversi dal metano, da quelli formati sul fondo dei bacini continentali, o a breve distanza sotto di esso, per alterazione batterica di sedimenti torbosi (gas delle paludi): questi ultimi sono costituiti quasi completemente da meteno.

Gli idrocarburi gassosi risalenti da accumuli profondi possono incendiarsi per cause naturali, specie in regioni aride. Questi fuochi, frequeni nell'antichità e menzionati nella Bibbia e in altri testi religiosi, avevano durata assai lunga e provocavano modificazioni delle rocce superficiali, con fenomeni di fusione e calcificazione. Talvolta gli idrocarburi gassosi ristagnano in depressioni topografiche, causando la morte degli animali che vi si avventurino.

In certi casi la risalita di idrocarburi gassosi, facilitata dalla compressione tettonica di rocce assai plastiche a formare anticlinali diapiriche, con tendenza all'espulsione di materiale argilloso, porta alla superficie grandi quantità d'acqua salata che impregna le rocce serbatoio in cui il gas è contenuto, e da rocce sovrastante da esso attraversate. Si formano così accumuli di fango più o meno sabbioso, con frammenti e grossi glocchi di rocce di varia natura.

Questi fenomeni, riuniti sotto il termine di vulcanismo sedimentario possono dar luogo a coni di materiale detritico alti fino a 400 metri, ma solitamenti di dimensioni assai minori; l'altezza massima da essi raggiunta dipende dalla composizione granulometrica del detrito e dalla piovosita della regione in cui si formano. In territori assai piovosi il matriale fangoso può venire totalmente asportato, mentre rimangono in posto solo frammenti e massi disseminati, provenienti da livelli profondi del sottosuolo.

Vulcani di fango di considerevoli dimensioni esistono attorno ai giacimenti petroliferi di Baku sul Mar Caspio, dal cui fondo alcuni di essi sorgono, venendo di solito distrutti dalle onde e dalle correnti in breve tempo. Talvolta i vulcani di fango, che sono conosciuti anche in altre regioni petrolifere, danno luogo a esplosioni di tipo esplosivo, con foriuscita di grandi quantità di gas naturale e proiezione di materiale fangoso, che può anche sendere in colate sui fianchi dei coni vulcanici. in qualche caso la somiglianza con i veri vulcaniè completata dall'accensione spontanea degli idrocarburi gassosi, i quali formano una colonna di fiamme e fumo che s'innalza per alcuni chilometri.

La localizzazione delle manifestazioni superficiali di idrocarburi rispetto ai giacimento da cui esse provengono può essere assai diversa.  Gli idrocatburi raggiungono la superficie attraverso faglie, fratture, superfici di discordanza, o attraverso la stessa roccia serbatoio nella quale è contenuto il giacimento, se esso è affiorante. Quando un livello di roccia porosa e permeabile è impregnata di asfalto all'affioramento, sovente la stessa roccia è petrolifera nel sottosuolo a profondità limitata. In altri casi il petrolio è invece contenuto in una trappola a notevole distanza dall'affioiramento della roccia serbatoio e risale verso la superficie per la differenza di differenziale di densità rispetto all'acqua che impregna la roccia serbatoio, coadiuvato dalla circolazione artesiana delle acque di strato o dallo smescolamento dei gas in soluzione nel petrolio.

E' poi frequente l'affioramento di piccole quantità di idrocarburi liquidi e gassosi sopra giacimenti contenenti in pieghe anticlinali, presso le cui cerniere sono sovente assai fratturate, o talvolta attraversate da piccole faglie. Su quest'ultimo fatto si fondano metodi di ricerca che considerano la variazione quantitativa delle tracce di metano ed altri idrocarburi contenute nel suolo; non è però sicuro che i valori massimi così individuati siano sempre dovuti alla presenza di giacimenti profondi, perchè minime quantità di idrocarburio di sostsnze ad essi simili possono essere prodotte da attività batteriche nel suolo.

Se infine le manifestazioni di idrocarburi sono localizzate lungo l'affioramento di piani di faglia o di superfici di discordanza, eventuali giacimenti possono essere ubicati, in pianta, assai vicino alle manifestazioni superficiali, o a notevole distanza da esse, a seconda l'inclinazione di queste superfici di discontinuità della roccia.

 

Da

L'attività estrattiva e le risorse minerarie della regione Emilia-Romagna

Di ATTILIO SICLI

Edito dal Poligrafico Artioli in Modena

Finito di stampare nel dicembre del 1972

Si dà il nome di salsa a piccoli coni eruttivi, come minuscoli crateri vulcanici, dalla cui estremità si sviluppa del gs che determina la salienza e lo sgorgo di acqua salina fangosa e pietre, a volte con presenza di petrolio. Non di rado l'acqua è anche solfurea. Il materiale che trabocca lentamente ad intermittenza dai conetti è freddo; nulla quindi che richiami il concetto di vulcano che erutta lava infuocata. Le dimensioni di questi coni, con una sola eccezzione in una salsa in provinci di Modena, sono limitatissime; da pochi centimetri ad un metro e mezzo, al massimo due. Di solito le salse sono ragruppate in un bacino a fondo argilloso più o meno ampio; ve ne sono però di isolate, cioè un solo cono eruttivo. Per dare un'idea precisa di una sola riporto la bella descrizione lasciataci da STOPPANI (Corso di Geologia.Vol.I, Cap.IX, pag 394) riguardante quello di Nirano in Provincia di Modena.

 

Immaginatevi un vero vulcano in miniatura; la mole imponente del Vesuvio umiliata alle dimensioni pigmee di un mucchio di talpe; riducete il cratere alla capacità di un mediocrissimo imbuto; i laghi di lava bollente, onde sono celebri i vulcani di Giava, non siano pochi cucchiai di melma salata, e le formidabili eruzioni divengono lo sprigionarsi ad intervalli di alcune gallozzole di gas idrogene carburato che buttano in aria alcune pillacchere di fango: ed eccovi rappresentata dal vivo una salsa, o meglio uno dei conetti eruttivi che si raggruppano ad una salsa.

Cono di Nirano - apile 2014 (foto Damiani)

 

Salsa La "Canalina" (Polinago)

Trovasi in comune di Polinago, a 500 m. a sud-est del gruppo di case La Canalina, tra Sassomorello e Gombola, a 400 metri a sud/sud-ovest dalle casa La Salsa, a quota di 450 m. s.l.m.. Conta una decina di conetti eruttividi cui il più alto misura poco più di un metro. Sul posto si osservano terreni caotici costituiti da arenarie , calcari duri e scisti argillosi.

 

Salsa "La Cintora" o di Rocca S. Maria (Serramazzoni)

Trovasi in teritorio del comune di Serramazzoni, a quota di 400 s.l.m., fra gli abitati di Montebaranzone e Montagnana, a1400 metri a sud/sud-ovest dell'abitato di Rocca S. Maria, a circa 700 metri ad ovest della strada Girdini, tra le case coloniche Preda e Cintora.

La salsa, localmente detta La Bomba, ha sede nella formazione delle argille scagliose sulle quali ad intervalli si notano residui di marne mioceniche. Essa si distingue completamente da tutte le altre salse dell'Emilia, sia per la forma che per l'altezza insoita dell'unico cono eruttivo che, come si rileva dalle recenti fotografie, si stacca nettamente dal suolo formando un ardito pinnacolo che con il suo colore cinereo risalta in mezzo al verde della vasta conca in leggero declivo. Il cono che finisce quasi a punta, un pò piegato verso la sommità, ha la bocca eruttiva di 10-12 centimetri.

La salsa è poco attiva e, a dire degli abitanti del luogo, si muove di solito verso il mattino, eruttando ad intervalli fango salato assai denso e frammenti di roccia calcarea, alcuni dei quali possono raggiungere e oltrepassare il peso di un chilogrammo; ed è con questo materiale, frammenti calcarei e fango denso, che si crea lentamente la solida costruzione.

Visitai questa salsa nel 1927 e la trovai in piena quiete, il cono era alto circa metri 5.50, tronco nella parte terminale con una circonferenza di 2 metri.

In una recente visita fatta nel settembre 1968 l'ho trovata ancora in quiete ma cresciuta in altezza, essendosi elevata a 7.50 metri dal piano di campagna, (esattamente da me misurato), con una circonferenza alla base di circa 50 metri.

Il primo a descrivere questa salsa, per quanto si sappia, fù il naturalista francese MENARD DE LA GROYE; che la visito il 20 agosto 1814. Egli la trovò in piena quiete, ma una eruzione vi era stata poco prima della sua visita. Il Mènard constatò l'esistenza di due coni, uno dei quali molto alto, che aveva eruttato di recente, come poteva rilevare da una fresca colata, e un, altro molto basso, coperto da vegetazione.

Nel 1896 NICCOLI osservò che la salsa era attiva con parecchi coni d'eruzione formati dalla marna miocenica.

SPINELLI, che visitò la salsa nel 1901, riferisce che in quel tempo era inattiva e che quando si desta lo fà sapere con uno scoppio potente, e getta sassi in alto e assai lontano, Egli asserisce che l'unico cono, che definisce gigante della specie, era alto dal suolo non meno di 9 metri, mentre tuto il largo giro coperto dalle sue falde sarà stato circa 80 metri. Lo Spinelli si è lasciato certamente prendere dall'entusiasmo alla vista della mole insolita del cono, esagerando nella stime dell'altezza e della circonferenza. LORENZI difetti, che visitò la salsa nello stesso anno 1901, a qualche mese di distanza dallo Spinelli, stimo l'altezza del cono a circa 5 metri. Lo stesso lorenzi in una visita fatta alla salsa l'anno sucessivo misurò con rigore l'altezza del cono che risulto di metri 4.50; una bella differenza con la stima stimata con Spinelli! A quest'ultimo riferirono che un'eruzione sarebbe avvenuta nel settembre del 1900.

Altra discrepanza sull'altezza del cono eruttivo si rivela da quanto scrive GUALDI che visitò la salsa verso il 1910. Egli asserisce che a quell'epoca il cono era alto appena due metri. Se questo dato è estto, significa che la salsa ha periodi di convulsione che provocano la distruzione di tutto o di parte del cono eruttivo, salvo poi a ricostruirlo lentamente, non potendosi attribuire all'azione delle acque pluviali una distrozione in così breve tempo.

 

 

Salsa di Ospitaletto (Marano sul Panaro)

 

Questa salsa troivasi a quota 550 metri s.l.m., ed è ubicata a nord della strada Serramazzoni-Vignola nei pressi dei villaggi di Spino e Lama, in territorio del comune di Marano sul Panaro.Comprende da sei a sette coni eruttivi alti pochi centimetri, di modesta attività. Localmente è chiamata Bombi di Ospitaletto. Nelle vicinanze si oservano varie fughe di gas. Sulla superficie del fango si notano delle striscie nerastredovute probabilmente a materie organiche in decomposizione. CANESTRINI avrebbe osservato del petrolio nel fango eruttivo.

 

     

Salse di Ospitaletto - maggio 2009 (foto Damiani)

 

 

Salsa di Puianello (Castelvetro)

 

Trovasi nel comune di Maranello a quota 440 metri s.l.m., a circa 1890 metri a sud-est della Madonna di Puianello, tra Cà Possessione e Cà Guardiola, a un centinaio di metri da una cascina di recente costruzione. Localmente è denominata I Bombi. E' costituita da circa 5 conetti eruttivi discretamente attivi, di cui uno di 2 metri. Altre piccole fughe di gas si osservano nelle vicinanze.

Il terreno fa parte dall'ultimo sollevamento delle argille scagliose ed è ricoperto a tratti da sottili lembi di marna miocenica rappresentante il residuo di un più esteso ricoprimento preesistente.

GALDI asserise di aver notato nel fango del petrolio bruno/verdastro non molto denso. Nella mia visita però non ho osservato presenza di petrolio.

 

      

 

 

     

Salse di Puianello estate - 1982 (foto Damiani)

 

 

Salsa di Montegibbio o Salsa di Sassuolo o Salsa di sopra (Sassuolo)

 

Trovasi in territorio di Sassuolo a quota 275 metri s.l.m., a circa 2,5 chilometri dal capoluogo, a metri 100 a nord-est della strada Sassuolo-Montegibbio, nel punto indicato sulla carta al 25.000 con la dicitura :"Salsa di Montegibbio"1

E' la famosa e terribile salsa che con le sue periodiche violente eruzioni aveva sempre terrorizzato le popolazioni, come risulta da numerose narrazioni da PLINIO in poi. Essa è inattiva da molto tempo e non conserva alcuna traccia delle antiche convulsioni. La zona dove essa aveva sede ha forma di un mezzo cratere con il bordo di nord-ovest mancante, ed è ora coltivata come i terreni circostanti.

Non è però escluso che esistano delle emanazioni che possano manifestarsi però soltanto in presenza di acqua. Al confine del cratere, immediatamente a valle della stradetta che conduce alla Casa Salsa di Sotto, un tratto di tereno è privo di vegetazione e può darsi che la causa sia da attribuirsi alla fuoriuscita di gas.

L'ultima testimonianza di questa presenza della vecchia Salsa è quella di Galdi, il quale notò nel 1913 un gorgoglio in una fossetta vicino all'orlo crateriforme. Visitai la località circa 40 anni fa ma anche allora notai alcuna manifestazione.

La zona compresa tra Montegibbio e le Salse di Nirano, è  pure famosa per la produzione di petrolio, molto appezzato in antico, che veniva utilizzato per uso medicinale e del quale molti naturalisti ci hanno tramandato interessanti notizie. Rimando alla parte 2° del presente capitolo delle vicende di questo Olio di sasso.

A sud della salsa di Montegibbio, a circa 250 metri a sud  della Villa Vaccari, si osserva altra salsa, scarsamente attiva, detta "Salsa di Sotto", da non confodere con la Salsa di Sotto sitata a circa 700 metri più a nord-est. Nella Salsa di Sotto si notano alcune pozzanghere fangose attrverso le quali gorgoglia il gas. In una di queste situata più a est, il gas si manifesta con un intenso e continuo ribollio. In questo punto esisteva un pozzo ordinario entro il quale venne recentemente perforato un altro, poco profondo, per ricerca di acque minerali necessarie alle vicine Terme della Salvarole, non ebbe però esito felice.

La Maggior parte degli Autori attribuisce alla Salsa di Sopra le violente eruzioni, fenomeni dai quali, come accennato, è derivata l'abbondante letteratura anche per il fatto che la zona ebbe grande rinomanza sin dai tempi remotissimi quale fonte produtiva di petrolio.

Tutte le località nominate anno sede nei terreni pliocenici o miocenici e anche nelle argille scagliose, coperte qua e là da qualche limitato lembo miocenico, ma le emanazioni di gas provengono indubbiamente dalle Argille scagliose ricoperte dei terreni terziari sui quali si manifesta il gas.

 

Salsa di Montegibbio ( Google Earth )

 

Salsa di Nirano ( Fiorano)

 

Più che di una salsa, si tratta di un gruppo di salse situato a una quota di 200 metri s.l.m. a 3 chilometri a sud/sud-ovest di Fiorano Modenese, tra i villaggi di Nirano e Torre delle Oche. Esso occupa una vasta conca aperta verso est,costituita da argille plioceniche. Si ritiene che l'aspetto avvallato o circoide del colle su cui si aprono le salse sia da attribuirsi alla continua sottrazione di marne dal sottosuolo trascinate all'esterno per effetto del gas dopo essere ridotte in stato fangoso, e smaltite in superficie dall'azione delle acque.

Questo caratteristico gruppo di salse ha mantenuto sempre una attività tranquilla, se pure costante, e la storia non ricorda eruzioni particolari. DE BONI, che studio queste salse negli anni dal 1932 al 1937, potè accertare tuttavia che in certi periodi i numerosi conetti eruttivi manifestano un'attività più intensa con lancio di fanghiglia ad alcuni metri di altezza, fenomeno che egli potè fissare in una rara fotografia. Le materie eruttate appartengono di solito alla formazione pliocenica, alla stessa formazione cioè nella quale la salsa si apre, al contrario di quanto si verifica in altre salse della stessa regione che emettono materiale appartenente alla formaione delle Argille scagliose, pur sorgendo esse in territorio di diversa natura geologica.

Questo gruppo di salse è stato descritto da molti naturalisti, compreso lo STOPPANI che, come abbiamo visto, ci ha lasciato una magistrale descrizione. Egli chiama la zona delle salse "un vero campo scellerato", ove è sparso il sale della maledizione". La definizione però non risponde a verità; se si esclude diffatti la superficie, sede dei vulcani, dove nesuna coltivazione è possibile tanto per l'attività della salsa stessa che per il terreno franoso. Io stesso ho accertato recentemente (1968) come nella vasta conca siano state cosrtruite varie case coloniche e nel declivo esposto a mezzogiorno siano sorti ubertosi vigneti che non esistevano molti anni fa, quando visitai la prima volta la località. Anche altri naturalisti, prima e dopo Stoppani, asserirono che i terreni attorno alle salse erano sterili, attribuendo questo fatto al cloruro di sodio. E' vero che alcune salse sono circondate da terreni poco fertilia causa della loreo natura argillosa, specie quado viè presenza di Argille scagliose, ma sono ugualmente produttivi come tutti gli altri della zona. Non si deve poi addossare nessuna colpa alla salinità in quanto che tutte le rocce terziarie sono più o meno saline.

Come in tutte le altre salse, il numero e l'ubicazione delle bocche eruttive variano di frequente, e ciò spiega la differenza che si riscontra fra i dati tramandatici da vari Autori . Ne contai una trentina molti anni fa, mentre in una recente visita (1968) ne potei accertare circa 20, di cui una alta oltre 3 metri. VANDELLI nel 1759 ne constatò 15, e NICCOLI nel 1896 una cinquantina. COPPI verso il 1875 accenna all'esistenza di 10/12 crateri principali ognuno dei quali aveva da tre e quattro spiragli; in complesso valutò a una quarantina le bocche eruttive. Egli definì la salsa di Nirano la più bella e la più grandiosa e constatò che gli animali ruminanti, specialmente ovini, essendo avidi di sale lambivano e mangiavano il fango eruttato. Questa tendenza degli animali a lambire terreni salati si osserva dappertutto, specialmente trattandosi di Argillescaglioseche in certi punti manifestano abbondanti efflorescenze saline.

Il Biasutti, che ha descritto accuratamente questa salsa, ne ha pubblicato anche un rilievo fatto all'epoca della visita. (1907)

 

    

 

Salse di Nirano, coni e panorama - estate 1984 (foto Damiani)

 

       

Salse di Nirano, coni e panorama - aprile 2014 (foto Damiani)

 

Salse di Nirano, coni e panorama - aprile 2011 (foto Damiani)

 

Salsa di Fiorano (Fiorano)

Località Riola, Comune di Fiorano. E' una piccola salsa debolmente attiva a quota di 170 metri s.l.m., a circa 700 metri  a sud di Fiorano e a circa 100 metria sud -ovest della Casa Cuoghi. Ha sede nelle argille marnose plioceniche.

 

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